Sostanzialmente ancora non si realizza bene.
Si inizia a fare familiarità con situazioni prima sconosciute ed accessori prima visti solo in film apocalittici anni 90.
La fila al supermercato, interminabile fila, come se si fosse ad un concerto per entrare a scaglioni nel backstage di un grande artista.
Ovviamente ad un metro di distanza, tranne poi qualche irresponsabile che corre dentro a distanza ravvicinata per arrivare prima allo scaffale della carta igienica o dell'acqua.
Ho visto scaffali vuoti persino di prodotti scadenti, ho visto carrelli pieni con 10 confezioni delle stesso prodotto.
Le mascherine e i guanti. Si perchè ora questo consigliano a tutti. Se si esce di casa, mascherina.
Se si va al supermercato mascherina e guanti, onde evitare di toccare o respirare il virus
In farmacia, idem, si entra pochi per volta, massimo 3, nelle farmacie più grandi massimo 5.
Anche quì dotati sempre di mascherine. Tra l’altro non è affatto chiaro quanto siano efficaci queste mascherine e quanto tempo possano essere utilizzate.
Si sente solo silenzio e paura nell'aria. Si avverte l'ansia delle persone.
Si sente però anche un senso di comunità che forse prima era celato, sommerso dall'inutile corsa quotidiana.
Ricchi e poveri, il virus ha livellato le differenze, le diffidenze. Tutti chiusi in casa. Tutti i fortunati che hanno un'abitazione.
E gli altri?
Per strada, come sempre.Senza poter ricevere nemmeno ospitalità e assistenza da qualche associazione, almeno non senza ulteriore difficoltà.
E allora mi domando se tutta questa situazione ci insegnerà qualcosa
o se continueremo, una volta passata questa turbolenza (si perchè sono convinto che passerà), ad ignorare la condizione di uguaglianza ancestrale comune a tutti noi. L'insicurezza di questi giorni insegnerà a noi essere umani che siamo uguali?
Aneliamo tutti di poter vivere la stessa quiete nella vita. Non voglio parlare di felicità, che è un concetto astratto e troppo complesso filosoficamente per analizzarlo in questa sede, ma tutti quantomeno desideriamo essere sereni dal punto fisico, mentale, spirituale, familiare ed economico.
Pertanto, oggi come ieri, nelle difficoltà come nella pace, siamo uguali nella sostanza e nell'essenza. Non ci sono religioni, colore della pelle, stupidi confini, inutili barriere, partiti, o qualsivoglia categorizzazione che tende ad escludere invece di includere.
No, oggi no.
Oggi siamo tutti sulla stessa barca.
Il rispetto prima di tutto, #restiamoacasa.
RESTIAMO UNITI.
F.
Quanta saggezza nelle tue parole!Quale grande apprezzamento per la Vita!
In questo momento di paura e dolore un'altra grande afflizione ci tormenta : tutti i senza tetto, gli ultimi dove stanno? Chi darà loro da mangiare? Chi potrà provvedere a loro?
Signore perdonaci per tutte le volte che non ti abbiamo riconosciuto nei nostri fratelli