Inizia il weekend cosi, in questo mondo sopito, celato, ma che in realtà c'è, esiste e resiste.
Un nuovo mondo in cui tutti stiamo apprendendo tempistiche e nuove abitudini.
Il tempo anche sembra esser cambiato.
O meglio, è cambiata la percezione che abbiamo di esso.
Ora scorrere lento, come se le lancette dei secondi fossero rallentate, andassero a metà velocità.
Le giornate di oggi sono infinite, riusciamo a portare a termine 1000 cose, cose che prima sembravano non aver spazio.
Ripenso a quelle giornate che sembrano lontane mesi, ma in realtà risalgono a pochi giorni orsono.
Giornate che prima correvano e quasi sfuggivano di mano tra il lavoro, gli spostamenti su bus, metro o macchine, e pause pranzo, ingurgitando un panino al volo e ora invece sono più quiete, rilassate.
Non è un male, non è male.
Ecco ora mentre mi accorgo di pensare, e anche scrivere, ad un prima ed un dopo.
Pochi giorni trascorsi in questa nuova condizione, ed il cervello già pensa al passato, che poi sono pochi giorni fa, come un passato lontano e remoto.
La capacità di adattamento di noi esseri umani, non ha eguali ed è questo l'aspetto che più mi ha colpito in positivo, anche su me stesso, in questi pochi giorni di pandemia.
Solitamente il processo psicologico nell'affrontare un problema, un cambiamento, più o meno grave che sia, inizia con il prevalere delle emozioni e impulsività, prevale la negatività e lo spavento circa il problema stesso, ed un senso di sconforto ed impotenza.
Poi con il passare del tempo si riesce, a mente fredda e lucida, ad analizzare il problema con una prospettiva più ampia, ed è allora che il processo psicologico ci stimola l'ingegno e ci spinge ad adattarci.
Tutta questa situazione mi fa pensare proprio ad un termine, rubato alla scienza, e tanto sdoganato in quest'ultimo periodo: resilienza.
Solitamente con resilienza si intende la capacità di certi materiali a subire urti e danni, conservando così la propria struttura sostanziale.
Invece, riferita alla psiche (ψυχή), indica la capacità dell'individuo di reagire di fronte ad eventi traumatici o situazioni problematiche, trovando sempre un risvolto positivo ed una risoluzione.
Oggi, in questo giorno terzo, viene fuori la resilienza del genere umano.
Facciamo fila al supermercato, impariamo a fare sport in casa, riscopriamo il dialogo in famiglia, lavoriamo da casa in multitasking mentre badiamo ai nostri figli, rispettiamo un metro di distanza tra noi, viviamo segregati in casa.
Insomma, ci adattiamo, prendiamo nuove abitudini, ed intanto in mente ci figuriamo la soluzione del problema, il superamento di questa pandemia.
Già guardiamo oltre.
Sappiamo che potremmo perdere nostri cari, amici, datori di lavoro, politici, ed anche noi stessi. Non c'è da scherzare o esser troppo sereni.
Eppure noi resistiamo e pensiamo positivo.
Resistiamo, non molliamo, ci affacciamo ai balconi e applaudiamo ai medici, infermieri e oss che stanno facendo uno sforzo immane, ci affacciamo ai balconi e cantiamo e balliamo, ci affacciamo ai balconi per scambiarci uno sguardo di conforto.
Uno sguardo che ci dona speranza, energie per andare avanti, ci fa sentire connessi, ci dà lo stimolo per creare un'interazione a distanza che nutra le nostre anime.
E si, siamo proprio esseri resilienti.
Il rispetto prima di tutto, #restiamoacasa.
RESTIAMO UNITI.
F.
Grazie di queste tue riflessioni .
Forse tutti pensiamo queste cose ma tu riesci a dirle molto bene.