top of page
Immagine del redattorefahbro

Giorno 31 - Aggrappati ai Balconi

Aggiornamento: 12 apr 2020

744 ore.

44640 minuti.

2678400 secondi.

Aka 31 giorni.

Un mese esatto, di quelli lunghi tipo Ottobre.

Siamo qui nelle nostre case per festeggiare, a prescindere se ci crediamo o meno, la Pasqua.

Poche ore per poterci sedere a tavola, isolati.

Far finta che sia un giorno normale.

Iniziare presto dalla mattina con i preparativi tra profumi in cucina e dolci fumanti in forno.

C'è chi già si è avviato da oggi nella cucina, portandosi avanti.

Questo ha un sapore di realtà, di verità, di normalità.

Tutto ciò è splendido. In esso è racchiusa tutta la gioia di vivere nonostante la pandemia.

Domani (oggi per chi leggerà nda), chi potrà sfrutterà quel poco di spazio all'aria aperta che ha nelle loro abitazioni.

Micro balconcini, finestre aperte, balconate spaziose, terrazze maestose, o per i più fortunati i giardini.

Qualsiasi filo di vento e d'aria per sentirsi liberi.

Per avere l'impressione di "scampagnata", di giornata diversa dal solito.

In questo periodo i balconi, o i loro "fratelli minori" come suddetto, sono diventati i nostri spazi di speranza.

Abbiamo visto nei primi giorni i tanti flash mob che si sono svolti.

Musica dai balconi, dalle finestre, simbolo della vitalità, nonostante tutto.

Famiglie e vicini che, sempre dalle terrazze confinanti, giocavano a tombola oppure ad altri simil giochi di società.

Vicini che si sono inventati il modo di pranzare "assieme" stando a distanza ognuno dal proprio balcone.

Bambini e genitori che danzavano alle finestre, gridando a squarciagola una canzone di Lucio Dalla o un'altra di Celentano.

C'è addirittura chi si è innamorato da balcone a balcone.

Queste sono tutte scene che abbiamo visto e di cui abbiamo avuto notizia sui Tg o canali social.

Scene che riflettono come sia sopravvisuta la socializzazione e il modo di fare "comunità", nonostante il distanziamento sociale.

Questi balconi ci hanno permesso di esser meno social e più società.

Ed è proprio su questi balconi, o sul modello di queste immagini, domani, noi tutti cercheremo un pò di tranquillità e di normalità.

Pranzando al colorito tepore del sole, con le persone con cui stiamo condividendo il lockdown.

Oppure da soli, per chi sarà da solo.

Ad ogni modo, anche domani, i nostri balconi, terrazze, verande, finestre e giardini,

saranno il nostro grido all'umanità.

Siamo vivi, ci siamo, e vogliamo ricominciare a ricostruire la società da qui, dai nostri balconi, dalle nostre case, dalle nostre famiglie, da noi stessi.


Il rispetto prima di tutto, #restiamoacasa.

RESTIAMO UNITI.

F.

1 commentaire


mariapinaparisi
mariapinaparisi
13 avr. 2020

Si, il nostro modo di affermare"ci sono, sono qui".

Anche oggi ci metteremo ai fornelli, a cucinare le pietanze che ci legano alla tradizione di questa festa.

Poi apparecchiamo la tavola che negli anni precedenti aveva visto tanti commensali oggi solo due i posti apparecchiati, un groppo alla gola!!!!

Ma è un modo di non farci togliere il desiderio di perpetuare e di mantenere il contatto con le nostre abitudini, di conservare la speranza di poter tornare presto a stare tutti insieme ad un desco allegro e conviviale.

Mi mancano le voci allegre, i visi sorridenti, la confusione, anche le discussioni che talvolta e naturalmente si creano.


J'aime
bottom of page