Viviamo un periodo difficile.
L'isolamento, la pandemia, e la peggiore crisi economica per il blocco totale della maggior parte delle attività.
Cos'altro?
Basterebbe un'analisi finanche superficiale per rendercene conto.
Basterebbero pochi minuti di televisione e qualche telegiornale per far crollare il morale per terra.
Ma non è il caso....
Proviamo ad affidarci solo e soltanto a quanto più semplice unisce tutti gli uomini, scevri da ogni sovrastruttura, da ogni vincolo religioso, da ogni credo politico, da ogni razza o altro limite mentale: l'amore.
Come ha scritto Paulo Coelho nel libro suo libro, ’Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto‘, "l'amore è sempre nuovo".
È un sentimento così forte da fornire motivazioni anche in situazioni difficoltose.
È una forza innata che viene dal profondo dell'animo umano.
Quando riusciamo ad entrare in connessione con questa forza ci sentiamo sconvolti, sottosopra, rinnovati.
L'amore è la novità che sconvolge l'io uscendo dall'isolamento dell'ego.
Dalla prospettiva di uno, il singolo individuo prende pienezza anche nell'altro.
Non sto parlando solo di sentimento uomo-donna, uomo-uomo o donna-donna,
parlo di un'energia che permette a noi di abbassare la guardia, denudarci ed esporci al prossimo.
Sia esso un amico, un amante, un cugino/a, un fratello o una sorella.
Riusciamo a perdere la nostra vecchia concezione dell'Io, e approdare alla visione del noi.
Ci porta fuori dal porto sicuro dell'ego e ci spinge a metterci in gioco.
Non ragioniamo solo più sul mero interesse personale, ma iniziamo un percorso che riguarda una pluralità di individui.
L'amore unisce in un'unica entità diverse pluralità di identità.
Così nasce quel "feeling" di appartenenza reciproco che lega.
Quel "quid" che ci fa sentire strettamente interconnessi al nostro prossimo. Ha il potere di far perdere la memoria dell'io e rinnovare il noi.
Non parlo di un amore disinteressato in cui l'"io" si abnega per l'altro.
Non parlo di annullamento della propria identità per l'altro.
Quanto piuttosto della subordinazione della mia identità e individualità all'altro, nel prossimo.
Il mio "io" è raggiunge la pienezza solo con l'altro.
Parla di una completezza dell'individuo, che rimane tale seppur unito ad un altro ego.
Attraverso l'amore ci rinnoviamo ogni giorno e così perdersi nel nostro "prossimo" diventa un momento di crescita.
Allora perdiamoci nell'amore e ritroviamoci nel nostro futuro.
Non disperiamo.
Il rispetto prima di tutto, #restiamoacasa.
RESTIAMO UNITI.
F.
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