Non sono un fan sfegatato della trap, non lo sono mai stato.
Non perchè trovo la commistione dei generi una abominio, quello no;non sono di certo un purista, seppur amo profondamente il boom-bap.
Capisco anche i tempi moderni e la globalizzazione hanno portato al miscelarsi di culture ed è anche giusto lo sia.
Non mi piace la trap, come generalizzazione di genere, perchè la trovo molto infantile come testi, come contenuti.
Molto scontata, molto banalotta.
Ma ovviamente ci sono delle eccezioni, interessanti che mi stimolano l'ascolto, la vibrazione ed anche mi spingono a riflettere.
Potrei fare tanti esempi americani e non, ma oggi sono quì a parlare di un brano che mi ha convinto sin dal primo ascolto.
Nomade di F.U.L.A. con Awa Fall, due ragazzi italianissimi con radici africane.
Il brano esce per LaPop su Radiocoop Edizioni composto da Rubens Capone.
Awa stupenda con la sua voce delicata che vola su un ritornello dalla melodia sincopata molto profondo che ribadisce la necessità di tenere duro sempre con l'aiuto del Signore.
F.U.L.A. che ci racconta di una vita passata muovendosi da un luogo ad un altro, scoprendo di volta in volta nuove sfaccettature della vita e del proprio io.
Un cammino fatto di alti e bassi, tra sconfitte e vittorie, tra gioie e dolori;
un percorso di vita che solo un nomade può comprendere, un nomade che resiste alle tentazioni moderne di Babylon e di questo sistema che vuole spingere tutti verso ad un materialismo e consumismo a discapito della vera essenza personale e dei rapporti umani.
Vi lascio ascoltare il brano con immenso piacere.
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