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Pensieri sul Bus

Immagine del redattore: fahbrofahbro

Aggiornamento: 15 dic 2022

Come un normale viaggio di ritorno a casa si trasforma in uno spunto riflessivo sulla modernità ,sul tempo, sulla tecnologia e sul nostro ruolo di attori attivi/passivi nella società.


Ore 20.

Un giorno qualsiasi della settimana lavorativa.

Bologna.

Un viaggio su un bus urbano della città metropolitana di Bologna.

Sembra tutto nella norma giusto?

Tranne se non ci immergiamo ad osservare.

 

Salgo a bordo.

Faccio il biglietto, e mi cerco un posto.

Inizio a leggere ma poi guardandomi attorno inizio ad osservare e riflettere.

Richiudo il libro, apro il quaderno su cui solitamente appunto pensieri o spunti per questo blog.

Carte e penna.

Ci sono al momento 26 persone a bordo.

Contate con la precisione.Senza approssimazione.

5 di loro hanno cuffie nelle orecchie, musica o podcast che li accompagna.

3 sono al telefono che conversano con qualcuno dall'altro capo dell'apparecchio.

Poi ci sono 3 signore, forse sui 60 anni, non hanno cuffie o cellulare in mano.

Semplicemente sono assorte nei loro pensieri, nel loro scorgere.

C'è una coppia di amiche sedute accanto, non si scambiano una singola frase.

Da quando sono salite scrollano, capo chino.

Dietro invece, ci sono due amici, seduti di fronte, più giovani delle due ragazze ma stessa scena.

Intenti sul cellulare. Scrollano in continuazione.

Tutti gli altri passeggeri presenti sul bus, scrollano.

Da soli, assorti nell'osservare lo schermo.

Isolati con la testa ricurva.

Passano le fermate, questa scena non è un'istantanea.

Ma si ripete.

Salgono e scendono le persone.

Non mi metto a contarle ogni volta.

Ma il loop sembra lo stesso.

Salgono, prendono il posto o rimangono in piedi.

Mano in tasca e tac.

Accendono il cellulare.

Non tutti, beninteso.

La maggior parte scrolla, in cerca di cosa?

Acquisti di Natale?

Reel di intrattenimento. Non lo posso sapere.

Pochi parlano a telefono, alcuni sono intendi ad ascoltare qualcosa nelle loro cuffie.

Nessuno legge, per ora.

In realtà in tutta la durata dei miei 20 minuti di viaggio sul bus, nessuno tira fuori un libro.

Casi rari, quando scorgo persone parlare e intenti in chiacchierate.

Raramente c'è qualcuno che osserva o che alza lo sguardo.

Come se scambiarsi anche solo un'occhiata possa essere un peccato capitale o una violazione di qualche legge.

Sembra una narrazione fantascientifica di un romanzo distopico di Huxley o Dick.

Ma è la realtà.

Seppur limitata ad un determinato momento.

Automi egocentrici che in preda alla compulsione agiscono.

Subendo il mondo, subendo la Vita.

Non in ruolo di attori.

Non muovendosi attivamente, ma passivi osservano le vite edulcorate di terzi attraverso uno schermo.

Cosa siamo diventati?

Cosa stiamo coltivando?

Gurdjieff, il filosofo e mistico di origine greco-armene, in Vedute sul Mondo Reale scriveva: " L'essere umano è addormentato (...) è una specia di macchina, un automa, cui tutto succede. (...) Spreca le proprie energie ad inseguire cose superflue(...) La vita gli sfugge "

 

Siamo sconsiderati

Non ci rendiamo conto dell'occasione che abbiamo per scoprire, per ridere, per contemplare, per fiorire.

Siamo schiavi della tecnologia, di questo modello di società, di falsi miti e desideri.

Siamo distratti.

Ma il tempo scorre e noi, di certo non possiamo sempre subire passivamente.

Dobbiamo prendere in mano il timone e agire.

Essere presenti.

F.

1 Comment


mariapinaparisi
mariapinaparisi
Dec 15, 2022

Mi piace questa tua attenzione all'altro, osservare e riflettere.

È veramente diventata un'umanità isolata, assente e pure tanto ingombrante con i suoi silenzi, assorta nei propri pensieri, nel suo dolore e ignara di quanto possa essere una panacea "incontrare " l'altro, scambiarsi pur solo uno sguardo, un segno del capo per salutare e dire " non sei solo".


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