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Dear Santa




 Caro Babbo Natale,

sono Fabrizio Fiorilli, un padre di famiglia, un appassionato di basket, un producer indipendente e un instancabile attivista.

Quest’anno anche io ho voluto scriverti una letterina.

È stato un anno particolare. Anzi direi particolarmente feroce.

Mai come quest’anno ci sono state guerre, sofferenze e tribolazioni globali.

Dal Sahel al Niger, al Togo al Congo al Sudan, dalla Siria all’Iraq, dall’Afghanistan alla Palestina, dall’Ucraina all’Armenia.

Il cambiamento climatico è diventato una preoccupazione fondata e crescente ad ogni latitudine.

Il disboscamento avanza e i ghiacciai si sciolgono.

La siccità impera in ogni stagione dell’anno.

Il fast fashion inquina e distrugge risorse e territori.

Gli schermi e i social hanno inquinato e obnubilato le menti di giovani e vecchi.

Incapaci di scambiarsi parole ma pronti a condividere ogni singolo attimo su un display.

I modelli di ricchezza stanno traviando la nostra quotidianità.

Il Denaro sembra essere l'unico metodo di valutazione e giudizio.

Non c’è empatia, ci siamo dimenticati della interconnessione umana.

Siamo sempre più vicini ma quanto mai distanti.

Caro Babbo, vediamo un mondo in cui la diversità viene appiattita, la diversità spaventa, la diversità viene discriminata.

Pur essendo la principale peculiarità della Natura e di noi umani.

Oggi, per me, per i miei figli e per il mondo intero quest’anno vorrei chiederti solo di ritornare umani.

Di ritrovare la gioia dello stare insieme.

Sembra una pubblicità di qualche dolciume natalizio? Lo so, ma non lo è.

Non è utopia.

Non può e non deve essere solo uno strumento di marketing pubblicitario.

No, la pace, la serenità, l’amore e  il condividere deve diventare un valore.

Un Valore universale e universalmente abbracciato.

Troppe parole sono state dette, anche dopo il Covid.

Tanti proclami.

Ma pochi fatti.

Come sempre.

Il capitalismo si ripulisce la coscienza.

Un pò come sta accadendo con il greenwashing.

Parla di green ma depauperizza.

Parla di pace ma alimenta la guerra.

Parla di uguaglianza ma nutre la disparità.

Parla di libertà ma ghettizza e impedisce le migrazioni.

Parla di beneficenza ma intanto ripulisce denari.

Doveva essere un mondo migliore dopo la pandemia.

Dicevano.

Doveva essere un mondo migliore anche dopo il 2000.

Dicevano.

Ma a me non sembra essere così.

Dall’inizio del nuovo millennio vedo il mondo arrancare.

Sempre più.

Sotto molti punti di vista, regredire.

Sembra che un bug si sia insinuato nelle nostre vite.

Non con le sembianze di un virus, come lo spauracchio del Millennium bug, capace di mandare ko la tecnologia.

Piuttosto come un atteggiamento radicato menefreghista, egocentrico ed egoista.

Capace però di annientare l'intero genere umano.

Ti prego Babbo, ridonaci la magia.

Porta via tutte queste religioni che creano tanti dissapori e discriminazioni.

Siamo davvero tutti fratelli.

Non a parole, ma nella sostanza.

Porta via la sete di ricchezza.

Porta via l'avidità.

Porta via questa dittatura dell'apparire.

Babbo, per favore, quest'anno riportaci l’ESSENZA.

L'essenza di riscoprirci UMANI.

Perchè se non ci riusciamo noi, uomini e donne, se non riusciamo ad impegnarci per un cambiamento.

Allora non ci resta che credere e sperare in te, Babbo.

Questa può apparire come una lettera utopistica di un bambino mai cresciuto.

Un teenager con tanti sogni nel cassetto e il vento in poppa.

Ma in fondo è la lucida speranza di un adulto, padre di famiglia che non si è mai arreso.

E mai lo farà.


Con affetto, tuo.

Fabrizio.


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