Edutainment?? Cos’è?? Che significa?? strana parola... Come si può pensare di educare e intrattenere, educare intrattenendo e intrattenere educando?? “Dai papà, giochiamo a qualcosa?” “Mamma, vieni a giocare con me che mi annoio?” “Nonno, ma tu non giochi mai con me!” Quante volte ci siamo ritrovati, in particolar modo durante questi mesi di pandemia e lockdown, di fronte ai nostri figli o nipoti annoiati e stufi di essere costretti a rimanere in casa, senza possibilità di uscire per liberare le proprie energie e dare sfogo alla loro creatività giocosa di bambini e ragazzi? Quante volte abbiamo dovuto far fronte alla loro difficoltà nel seguire tediose e monotone e spesso monodirezionali videolezioni, senza il conforto dell’allegra compagnia di classe, la presenza rassicurante e al contempo timorosa della maestra, e senza la “sfida” e il confronto con amici e compagni di scuola? Io ho un bimbo di quasi 8 anni, figlio unico, che più di una volta ha messo in seria difficoltà la mamma e me, che tante volte ci siamo sentiti incapaci o inadatti ad accompagnarlo nel gioco, tanto quanto impotenti e inefficienti nel seguirlo nel processo di apprendimento scolastico. Senza presunzione, penso che siamo entrambi persone intelligenti e capaci di guidare, di “ducere” un figlio nella crescita educativa, morale, fisica e spirituale... Ma siamo, generazionalmente parlando, figli di un modello che con il passare del tempo ha manifestato e manifesta sempre più una crisi, che io definisco crisi sistemica. E’ una crisi di rigidità, di stasi, che manca di aggiornamenti e che separa sempre più l’istituzione scuola (a tutti i livelli) dall’istituto sociale, dal contesto in cui i giovani, i bambini, i ragazzi si trovano a vivere e che dovranno fronteggiare crescendo. Sin dall’epoca del liceo, se non da prima, sento parlare, a livello scolastico, di multidisciplinarità, di insegnamento incrociato, di apprendimento trasversale, eppure non mi sono mai sentito parte di questo tipo di educazione, almeno fino al momento in cui non ho deciso e potuto intervenire io stesso sulla mia formazione. Nonostante tutti gli sforzi (pochi a dire il vero) di insegnanti ed educatori, pochi sono gli esempi cui ho potuto far riferimento da questo punto di vista. Ecco allora che mi sono rivolto alla musica e allo sport, e lì ho trovato insegnamenti ed ispirazioni che non ero riuscito a trovare appieno nei tomi scolastici. Con il passare del tempo, con il crescere della mia passione e con l’approfondimento, ho iniziato a rendermi conto che sono tante le canzoni, o i momenti di sport, che volevano e potevano trasmettere messaggi e contenuti, che definisco educativi senza timore di smentita. E’ vero, qualcuno potrà dire che c’è tanta musica spazzatura che di educativo ha ben poco; ma questo vale in egual misura per i libri, tanto quanto per gli insegnanti. Sta tutto nel “come” si fa qualcosa, non nel “cosa” si fa. E’ qui che iniziamo a parlare di edutainment: è qui che occorrerebbe realizzare che l’intrattenimento genera entusiasmo, curiosità, senso di leggerezza e libertà. E cosa significa dovere o doversi educare e crescere per diventare uomini e donne migliori, per formare bambini che dovranno essere uomini e donne migliori, se non instillare in loro e in noi stessi i semi della libertà, della curiosità, dell’entusiasmo che porta a vivere tutto con leggerezza e interesse. Senza entusiasmo, senza stimolare la curiosità, non riusciremo mai a educare e trasmettere conoscenze alle generazioni future; e non riusciremo mai a imparare nulla di nuovo nemmeno noi, vivendo in un loop che ci porterà a vivere la nostra vita come se non potesse e dovesse cambiare mai niente. L’abitudinarietà nella conoscenza non è mai positiva. La crescita è sempre dinamica, altrimenti non è crescita. E cosa genera entusiasmo, se non ciò che ci diverte e intrattiene e ci incuriosisce e stimola all’imitazione, che poi diventerà ricerca della propria identità? Questo è edutainment, l’esperienza dell’apprendimento e nell’apprendimento, il coinvolgimento diretto e passionale in un processo che diverte e insegna, in cui partecipi, ti diverti e impari. Avremo modo negli appuntamenti successivi di approfondire il tema, sia in termini storici che per quanto riguarda esempi, modelli e applicazioni dello stesso. Adesso voglio lasciarvi con una frase di B. Franklin che già nel XVIII secolo aveva avuto una intuizione in merito: “Dimmi e io dimentico, mostrami e io ricordo, coinvolgimi e io imparo”. Coinvolgiamo e facciamoci coinvolgere, perché se è vero che tutto parte dall’educazione, riusciremo a dare vita ad un modello di società migliore in cui vivere e convivere, per noi, per i nostri figli e per i loro figli.
tebebeselomon
EdUtAiNmEnT / Ep.0
Aggiornamento: 22 giu 2020
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