In questa giornata non ho avuto molto tempo libero.
Nel senso che la routine casalinga con mia figlia è stata molto impegnativa e non ho avuto tanti momenti in cui riflettere e da dedicare a me stesso o al blog.
Ma l'ispirazione per il post però mi è arrivata parlando con mia moglie durante il pranzo e ripensando a quello che è lo svolgersi delle giornate durante questo lockdown.
La tecnologia, tanto odiata e tanto amata.
Faceva parte della nostra routine prima, e anche ora ne fa parte più che mai.
Personalmente sono appassionato di tecnologia, non un nerd assolutamente, ma chi mi conosce sa bene che il mio lavoro è in questo ambito.
Seppur sono un utilizzatore costante, in numerosi miei post ho fatto e spinto a fare riflessioni sull'abuso di tecnologia, di internet e dei cellulari.
E chi mi conosce sa qual è la mia posizione critica a riguardo.
Troppo spesso la logica dell'apparenza di questo sistema occidentale trova campo di applicazione, e pieno sfogo, proprio attraverso internet e gli smartphone in particolare.
I social network creano e promuovono stereotipi, modelli di vita e canoni di bellezza talmente pomposi, artefatti ed esclusivisti che non fanno altro che vessare le persone in generale, ed i giovani in particolare, favorendo depressione, ansia da fallimento e carenza di autostima.
Sono l'apoteosi dell'avere, dell'apparire, in contrapposizione alla logica dell'essere, della realtà.
Attraverso la tecnologia diventiamo spesso clienti, non sempre consapevoli, delle grandi industrie e corporation.
Esponiamo i nostri dati ai carnefici del web, i quali tracciano le nostre preferenze, le nostre condivisioni, le nostre ricerche creando profili a cui propinare questo o quel prodotto.
La tecnologia ha favorito anche le intercettazioni, lo spionaggio non autorizzato e il controllo di massa come dimostra il clamoroso caso Datagate del 2013 venuto fuori grazie a Snowden e Assange attraverso Wikileaks.
Però, non sono né un luddista né un complottista, ho solamente una posizione cauta nei confronti della tecnologia, del suo utilizzo, e di come possa migliorare la vita delle persone.
Oggi ed in questi giorni, infatti, mi sto rendendo conto di come e quanto ne stiamo beneficiando.
In isolamento il web ci aiuta a rimanere informati su quello che accade nel mondo e in Italia e di come la nostra situazione non sia molto diversa da tanti altri popoli.
Siamo quasi 2 miliardi di persone in lockdown attualmente nel mondo, quasi 1/3 delle nazioni presenti sul globo sta affrontando quest'emergenza del Covid-19.
Ora più che mai, i computer sono dispositivi utili per fare tour virtuali di musei, per vedere documentari, per ascoltare la musica, condividere informazioni e passare queste notti, spesso insonni, guardando film sulle nostre piattaforme preferite.
Inoltre, molti di noi, grazie allo smart working incentivato in piena emergenza, ne hanno fatto il loro principale strumento di lavoro.
E poi ci sono gli smartphone grazie ai quali, oltre tutte le cose sopra elencate, ci permettono di sentire e soprattuto vedere i nostri amici, parenti, famiglie.
Sono sicuro che ognuno di noi nelle ultime due/tre settimane ha fatto almeno una videochiamata al giorno.
Ogni giorno, tutti i giorni.
In questo periodo di lockdown, la tecnologia ha mostrato tutto il suo potenziale come strumento di comunicazione a servizio dell'umanità.
Grazie alla tecnologia oggi, quotidianamente, ci sentiamo meno soli, meno isolati, riuscendo a farci forza vicendevolmente per lottare.
Sì, perchè quest'emergenza che si sta protraendo più del previsto, va combattuta con pazienza e fiducia.
Tutti assieme, vicini quanto mai prima.
Vicini anche, o forse soprattutto, grazie alla tecnologia.
Il rispetto prima di tutto, #restiamoacasa.
RESTIAMO UNITI.
F.
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