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Giorno 17 - Fragilità Emotiva

Aggiornamento: 6 apr 2020

Chi siamo davvero?

Il lavoro che svolgiamo ci piace?

Qual è il sogno che conserviamo nel cassetto?

Ne vale la pena utilizzare il tempo in una futile routine?

C'è un'alternativa a tutto questo?

Quali sono le priorità nella nostra vita?

In questi giorni tanto stressanti e toccanti ognuno di noi sta compiendo una sorta di auto-analisi, un‘autocritica della propria condizione ed esistenza.

Tutta la condizione di prima, la routine, il normale svolgimento delle vite, dei nostri giorni, tutta la società vacilla per causa di forza maggiore.

Anche oggi, che è sabato, ognuno è nelle proprie case, con la propria famiglia, con i propri cari.

Per costrizione ovviamente, ma questa costrizioneci ha obbligato ad adattarci ed auto-valutarci.

Tutti i momenti difficili e tragici diventano momenti di esegesi, se vogliamo, di catarsi.

Mettiamo in discussione ogni aspetto esteriore ed interiore della nostra realtà.

Nelle nostre case stiamo analizzando i nostri lavori, le nostre amicizie, le nostre passioni, le nostre abitudini, il nostro stesso ego.

Abbiamo riscoperto la bellezza dei sentimenti, ci siamo (ri)scoperti esseri davvero senzienti e non automi che corrono e scappano dietro ad un modello preconfezionato senza un perchè, senza una meta.

La reclusione, l'isolamento, l'impossibilità di spostamenti non sono fatti per l'essere umano.

Siamo fatti per interagire, per avere delle relazioni, per muoverci.

Siamo essere dinamici, soggetti al tempo ed attori nel tempo.

Nella costrizione è venuta fuori la nostra debolezza, la debolezza di tutte le nostre certezze.

Eravamo sicuri o forse fingevamo di esserlo.

Recitavamo una parte in questa società, ma ora non ci possiamo nascondere o celare dietro al nostro ruolo sociale.

No, perché all'interno delle nostre case, con le persone che ci conoscono, non possiamo fingere.

Ed è proprio nel nostro profondo "io", all'interno di quello che è l'ambiente familiare, che stiamo apprezzando e riscoprendo la nostra emotività.

Stiamo combattendo paure, ansie, incertezze, frustrazioni che sembravano essere celate sotto la coltre fumosa di una routine che non dava spazio al nostro "sentire", ai nostri sentimenti, alle nostre debolezze.

Ci stiamo accorgendo più che mai di quanto fossimo fragili.

Immensamente fragili.

E di come fragili fossero anche i fondamenti della società in cui abbiamo vissuto fino a ieri (nda leggasi fino all'inzio del lockdown).

Reclusi come animali in uno zoo, allo stesso zoo dove troppo spesso senza pensare alla condizione psicologiche delle bestie portavamo i nostri figli o nipoti, stiamo riscoprendo una forza interiore.

La stessa forza interiore dirompente, selvaggia ed ancestrale dei leoni in gabbia.

Nella nostra costrizione, nella nostra fragilità emotiva, stiamo riscoprendo la linfa vitale per rinnovarci.

Per rinnovare noi stessi e la società di cui siamo attori protagonisti.

Almeno questa è la mia speranza.


Il rispetto prima di tutto, #restiamoacasa.

RESTIAMO UNITI.

F.





1 Comment


mariapinaparisi
mariapinaparisi
Mar 29, 2020

A me personalmente tutto questo tempo per ripensare a chi eravamo, che cosa facevamo non mi fa stare bene per niente, aumenta la mia ansia.

Avevo delle piccole certezze e adesso ho solo tanti, troppi e grandi dubbi: chi diventerò, cosa farò, come ne uscirò!!!!!!

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