Oggi ricorre l’anniversario del G8 di Genova.
19-20-21 Luglio 2001
2001-2023.
Da Genova sono saliti alla ribalta i grandi temi tutt’ora attuali, seppur tristemente ancora irrisolti.
Redistribuzione della Ricchezza, Diritti Universali LGBTQ+ (seppur questo acronimo non fosse ancora sorto), Multiculturalismo, Salario Minimo, Diritto all’emigrazione, Diritti dei lavoratori , rispetto verso il Pianeta e le sue risorse, Tassazione delle Multinazionali.
Stiamo ancora parlando e troppo poco agendo su queste tematiche.
Ma tutto è partito da Seattle prima e Genova poi.
Allora proprio perchè tanto si è detto e scritto, oggi voglio lasciar la parola a chi è stato a Genova in quei giorni.
Persone comuni e rappresentanti politici TESTIMONI di quell'esperienza unica e mai più ripetuta nella storia che è stato il G8 di GENOVA.
Oggi facciamo una chiacchierata con Loredana Costa.
21 Luglio 2023
Terzo giorno.
Terza intervista.
Siamo alla vigilia del G8. Mi piacerebbe percorressimo assieme quei momenti, quei giorni.
Rispondendo di getto, di petto, seguendo i ricordi e le immagini che salgono alla memoria.
Un viaggio a ritroso.
1. Raccontami il tuo spaccato di vita in quel periodo pre-G8 e il tuo background politico-socio-culturale, introduciti a chi non ti conosce.
Sono la Presidente dell’Associazione “dalla parte degli ultimi”, una ONG/ONLUS nata nel 1987 ed impegnata nel campo della cooperazione internazionale, dell’educazione/formazione alla cittadinanza globale, dell’accoglienza/integrazione dei migranti. La mia formazione è stata fortemente ispirata dal c.d. cristianesimo sociale ed il mio percorso di impegno ha avuto inizio all’interno del mondo missionario, trovando ispirazione nell’insegnamento di Don Lorenzo Milani, Don Tonino Bello e Padre Giorgio Ramolo, un padre cappuccino missionario originario di Limosano e fondatore, insieme ad un gruppo nutrito di laici, dell’associazione “dalla parte degli ultimi”. Successivamente nel mio percorso di formazione ed impegno sia personale che istituzionale ho sviluppato interesse per i temi del pacifismo, della solidarietà fra popoli, della giustizia sociale ed economica, della tutela dei diritti Umani, della sostenibilità ambientale, del commercio equosolidale, cercando di coniugare questi interessi con l’impegno per la costruzione di rapporti più equi e più giusti sul territorio e nei Paesi del sud del Mondo. In virtù di questo impegno ho avuto il privilegio di conoscere ed operare in diverse aree del Continente Africano (Tchad, Camerun, Ruanda, Burundi, Repubblica Democratica del Congo) ed America Centrale (Chiapas), convincendomi sempre di più della necessità di ripensare il nostro modello di sviluppo e di relazione con Paesi e popoli. Dal 2011 coordino inoltre progetti attuati dall’Associazione dalla parte degli ultimi e finalizzati all’’accoglienza ed all’integrazione degli immigrati, al reinserimento sociale delle vittime di sfruttamento e tratta, alla prevenzione e contrasto al caporalato in agricoltura.
2. Come sei giunta all’idea di partecipare a quelle giornate di mobilitazione e protesta?
Così come è accaduto nel resto d’Italia, anche in Molise, nel periodo che ha preceduto il Summit di Genova, diverse realtà del privato sociale, gruppi di base, movimenti si sociali che politici, cittadini singolisi sono collegati in una rete che ha promosso diverse iniziative pubbliche con l’obiettivo di informare e sensibilizzazione la cittadinanza sul significato e sui temi del vertice dei G8; la rete informale, generata anche con lo scopo di promuovere la partecipazione della cittadinanza agli eventi programmati a Genova dalle organizzazioni della società civile e del Social Forum (che si costituì proprio per preparare la piattaforma di rivendicazioni e richieste in vista del G8 del 2001) ha promosso la costituzione del Campobasso Social Forum, nato dalla condivisione del valore della inalienabilità della dignità umana e dal comune intendimento della necessità di contrastare gli esiti negativi della globalizzazione economica a partire dalle singole realtà locali. Anche l’associazione “dalla parte degli ultimi” è stata protagonista di questo processo ed è stato naturale che la rappresentassi anche a Genova, per significare non solo la necessità di una testimonianza ma per dimostrare con una presenza consapevole e convinta quanto fosse necessario un cambio di rotta, chiesto inequivocabilmente dai cittadini in ogni parte del Mondo, come avevamo visto primo di Genova a Seattle, Davos, Napoli, Goteborg.
3.Raccontami il viaggio per giungere a Genova.Come ti sentivi? Come hai raggiunto la città? Che vibrazione c’era?
Partenza dalla stazione ferroviaria di Campobasso il 20 sera, con un treno speciale organizzato da sindacati ed altre organizzazioni. Già dal pomeriggio era circolata la notizia dell’uccisione di un manifestante, i contorni della vicenda erano ancora poco chiari e per diverse ore sconosciuta anche l’identità della vittima. L’entusiasmo con il quale mi/ci eravamo preparati nei giorni precedenti alla partenza era stato mortificato dalla notizia e dalle immagini che avevamo visto in TV, dalla dirette che i cronisti facevano da Genova e dallo sconforto che serpeggiava per quanto stava accadendo… tuttavia, partiamo consapevoli e determinati ad andare anche più di prima: non so se sia stata incoscienza, rabbia per l’accaduto o la volontà di far capire che la violenza, per la gran parte dei manifestanti, non era mai stata un’opzione.
4. Concentriamoci sui ricordi….Ecco il giorno del 19 Luglio. Tutto parte. Cosa ricordi?
Il 19 luglio a Genova 50.000 persone marciano per i diritti dei migranti, dalle notizie che arrivano tutto sembra tranquillo, nel capoluogo ligure cominciano ad affluire migliaia di persone, le manifestazioni più “attese” si sarebbero tenute il 20 ed il 21 (era previsto il corteo della rete Lilliput, quello di Arci, Attac, Rifondazione comunista, Fiom e soprattutto delle tute bianche). Anche qui a Campobasso ci stiamo preparando alla trasferta, dal 16 al 20 luglio la rete del Campobasso Social Forum ha organizzato in Piazza Municipio diversi punti di informazione sui temi del G8 e sulle richieste/rivendicazioni della società civile da portare all’attenzione dei capi di governo.
5. Arriviamo al giorno successivo. Il 20 luglio .La giornata calda. Come l’hai vissuta? E In quali luoghi eri?
Mi dividevo fra la sede dell’associazione, dove stavamo preparando le ultime cose (manifesti, striscioni, ecc.), il presidio cittadino in Piazza Municipio ed un locale in Piazza Cuoco nei pressi della Prefettura, messo a disposizione in quei giorni dalla Provincia di Campobasso e dove ci siamo incontrati con gli amici delle rete per sistemare gli ultimi dettagli organizzativi del viaggio. Già dalla mattina da Genova cominciano ad arrivare notizie preoccupanti, scontri tra manifestanti e forze dell’ordine per lo più alimentati dalle azioni dei Black Block che si infiltrano nei vari cortei compiendo ovunque atti di vandalismo e di guerriglia urbana; le forze dell’ordine, in risposta, caricano i manifestanti mentre i Black Blok si dileguano... poi nel pomeriggio, qualche ora prima della nostra partenza da Campobasso, le prime notizia di una probabile vittima fra i manifestanti …
6. Carlo Giuliani. L’hai incontrato? Dov’eri quando hai saputo della notizia del “morto”? Cosa si diceva l’interno della manifestazione in merito a questo omicidio?
La notizia della morte di Carlo Giuliani arriva qualche ora prima della partenza da Campobasso, in quel momento ero a casa e dalla TV apprendo quanto era accaduto in Piazza Alimonda a Genova… La prima reazione fu di sgomento, quasi di incredulità: non era possibile che fosse accaduto! Ci scambiamo telefonate e messaggi con gli amici che sarebbero partiti insieme a me, qualche dubbio sull’opportunità di andare serpeggiava ma poi più nulla, è deciso, si parte ugualmente. Intanto durante il viaggio verso Genova si andava delineando il contesto nel quale era avvenuto il fatto mentre era ancora per nulla chiara la dinamica dell’omicidio. Ovviamente fra di noi c’era la chiara percezione o forse l’ingenua fiducia che le cose fossero sfuggite di mano alle forze dell’ordine … tutto quello che abbiamo appreso successivamente attraverso le testimonianze ed i processi ha fatto emergere, purtroppo, quale insensata strategia ci fosse dietro quella serie di condotte violente e criminose.
7. Il giorno successivo, il 21 luglio. Che giornata è stata? C’era incredulità, paura o prevaleva la rabbia?
Arriviamo alla stazione di Brignole la mattina presto per raggiungere il grande corteo di 300.000 persone che attraversava corso Italia. Ci posizioniamo alla metà del corteo, c’è un po' di ansia, arrivano notizie della presenza dei Black Blok e delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Davanti alla Fiera di Genova un centinaio di Black bloc attacca la polizia con lanci di sassi e bottiglie per poi dileguarsi; in risposta, le forze dell’ordine attaccano il corteo pacifico, picchiando indistintamente tutti quelli che incontrano. Ci sono diverse cariche e lancio di lacrimogeni, anche il gruppo con cui ero viene coinvolto e cerca riparo in strade laterali o dentro portoni. Personalmente ho avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di irreale, non era possibile che stesse accadendo e che dovessimo difenderci da chi invece aveva il dovere di proteggerci.
8. Diaz e Bolzaneto, cosa hai vissuto di quello spaccato di violenza estrema? Già in quei giorni si diffuse la notizia delle due macellerie oppure è esploso solo mediaticamente nei giorni successivi? E tu personalmente hai subito episodi di violenza?
Dopo aver trascorso la giornata cercando di evitare gli scontri, disperdendoci in piccoli gruppi, verso sera ci avviamo verso la stazione di Brignole, per risalire sul treno che ci avrebbe riportato a Campobasso. Sul treno, fermo alla stazione di Brignole come tutti gli altri, attendiamo di ripartire, mentre arrivano notizie sconcertanti di quello che sta avvenendo a Bolzaneto. Il tempo trascorre senza che qualcuno ci dica per quale ragione ci tengano lì, fermi… Qualcuno vorrebbe raggiungere i compagni a Bolzaneto! Sinceramente, io avevo solo il desiderio di tornare a casa, di allontanarmi da quella violenza insensata, avevo voglia di tornare alle mie piccole battaglie quotidiane, al mio sogno di un altro mondo possibilecoltivato per tutti quei mesi insieme ad altri sognatori. Finalmente partiamo, della Diaz ho saputo solo nei giorni successivi.
9. Abbiamo parlato dell’andata. Ora per favore raccontami il viaggio di ritorno da Genova. Come ti sentivi? Che sensazioni ti portavi dentro?
Ricordo poco del viaggio di ritorno, di tanto in tanto notizie da Genova che non facevano che alimentare la rabbia e profonda tristezza e delusione
10. Quale eredità ti ha lasciato Genova personalmente? La tua ideologia è cambiata? Ti sei ammorbidita?
Le ragioni che hanno determinato il mio impegno di allora sono ancora tutte qui. Quelle istanza non sono mutate e sono quanto mail attuali: la critica alle tante ingiustizie su scala planetaria, la critica al modello neo-liberista di produzione e consumo, le crisi di natura ambientale ed ecosistemica, i movimenti migratori. E’ mutata la consapevolezza dei limiti di quelle forme di lotta, ma non la necessità di interconnettere le istanze globali con quelle locali e di trovare forme più attuali per tradurle in una dimensione politico-istituzionale.
11. Cosa pensi della situazione economica, politica e sociale, alla luce delle battaglie del movimento no global di allora?
Stiamo vivendo un momento di transizione dal modello neo-liberista a qualcos’altro che non ha ancora contorni chiari… siamo dentro una crisi sistemica di cui non vediamo la fine, tutto questo mentre sul proscenio dell’economia globale si affacciano nuovi attori (c.d. BRICS - Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) e nuovi squilibri causati, ad esempio, da conflitti come in Ucraina. Le “vecchie” potenze tuttavia continuano a perseguire modelli di commercio e di investimento che privilegiano il partenariato trans-atlantico mentre le “nuove” potenze economiche crescono perseguendo un modello di produzione e consumo che contribuisce significativamente alla crisi climatica ed è fonte di nuove disuguaglianze. C’è bisogno di superare il modello neo-liberista ed andare verso un nuovo sistema economico, democratico, con nuove istituzioni, che ponga al centro il problema delle disuguaglianze e della crisi ecologica (cfr Enciclica Laudato si di Papa Francesco)
12. Ci sono oggi movimenti in grado di mobilitare masse dallo stesso incipit rivoluzionario di quello no global di 20 anni fa?
Ovunque nel mondo assistiamo ad esperienze di resistenza e mobilitazione, le istanze del movimento no-global di 20 anni fa hanno generato numerosi figli, i movimenti globali nati in seguito, non ultimo Fridays for future, sono un portato di quella eredità; tuttavia oltre la mobilitazione è necessario sostenere l’azione in maniera durevole e sostenibile, il che implica una capacità organizzativa che spesso i movimenti non hanno o esercitano in maniera contraddittoria, schiacciati come sono da un eccesso di ideologismo che non ammette convergenze, mediazioni ed alleanze strategiche.
Grazie Loredana per averci racconato la tua esperienza diretta.
Sempre bello condividere e conoscere.
f.
Comments